La Compagnia della Rocca di Forlì

Per questo Zizzari viene invitato a diversi
convegni sul tema Teatro e Carcere dove incontra i registi delle
più importanti esperienze come Armando Punzo e Annet Henneman
della Compagnia della Fortezza di Volterra, Donatella Massimilla
della Nave dei Folli che opera al Carcere di San Vittore, Horacio
Czertok e Cora Herrendorf del Teatro Nucleo di Ferrara, Michalis
Traitsis che opera nel Carcere della Giudecca a Venezia e a Ferrara e di
altri come Moni Ovadia che interviene in uno dei suoi laboratori.
L'esperienza di Forlì suscita poi l'interesse di Vito Minoia ed Emilio
Pozzi tra i massimi esperti e docenti di Teatro Sociale all'Università di
Urbino e Milano e codirettori della Rivista Teatri delle Diversità coi
quali collabora in diverse iniziative.



1° anno -
Il primo laboratorio, terminato nel giugno del 2003, ha dato vita alla
rappresentazione di 2 opere:
- la prima, Natale in casa Cupiello di
Eduardo De Filippo viene messa in scena nello stesso Istituto di pena nel
gennaio 2003 alla presenza di un pubblico quanto mai interessato e numeroso.
L'evento, ripreso dagli operatori di RAI 3, è andato poi in onda in un
servizio del Tg Regionale sabato 11 gennaio alle ore 14.00;
- la seconda, Quando dal letame nascono i
fiori, dello stesso Zizzari, viene rappresentata il 7 e replicata l'8
giugno 2003. Dedicata a Fabrizio De André, vede in scena i personaggi più
significativi delle canzoni del cantautore genovese; personaggi che dal punto
di vista esistenziale sono molto vicini al vissuto dei detenuti e delle
detenute che l’hanno interpretata.
L'opera, di notevole contenuto poetico e
drammatico e dal forte impatto emotivo, suscita un profondo coinvolgimento del
pubblico e un grande interesse in città, richiamando l'attenzione degli addetti
ai lavori (registi e operatori penitenziari) anche a livello nazionale; tanto
che Zizzari viene invitato a parlarne al 1° Convegno Nazionale
"Esperienze teatrali in carcere" tenutosi a Saluzzo nel luglio
del 2004, durante il quale, per la prima volta, si sono confrontate le
esperienze più significative e si sono incontrati direttori, funzionari,
agenti, educatori, registi, attori, docenti universitari e operatori sociali di
tutt'Italia. Si è trattato di un evento straordinario, realizzato col concorso
del Ministero della Giustizia, della Regione Piemonte, della Casa di Reclusione
e il Comune di Saluzzo.


2° anno -
Grazie al successo e ai risultati ottenuti sul piano trattamentale e su quello puramente artistico e teatrale, al
gradimento dei detenuti e di tutti gli operatori del penitenziario, al
riscontro avuto sui media e alla attenta sensibilità della direttrice
dell'Istituto, la d.ssa Rosalba Casella, l'esperienza teatrale riprende
nell'ottobre 2003, per terminare nel luglio
2004 con due rappresentazioni dell'opera Esperando, una originale
rivisitazione di Aspettando Godot di Samuel Beckett, riadattata
da Zizzari dopo aver ascoltato e raccolto per mesi problematiche,
esperienze, suggestioni, suggerimenti e idee dei detenuti e delle detenute del
Gruppo di teatro. Il pubblico ne è particolarmente colpito, tanto che in città
se ne parla molto e a lungo.
3° anno - Il laboratorio riprende nell'ottobre 2004. Oltre alle molteplici attività di base che costituiscono la pratica teatrale, si rimette mano alla preparazione di Esperando, che viene messa in scena in 3 repliche il 5, il 6 e il 30 maggio 2005, sempre presso l'Istituto di Pena, con grande partecipazione di pubblico (in particolare insegnanti e studenti della città), suscitando ancora una volta un interesse e un apprezzamento starordinari. Diversi insegnanti invitano il regista nelle scuole per un confronto con gli studenti della città. Ma – nonostante l'interesse suscitato, l'importanza e l'unicità dell'esperienza, i risultati raggiunti sul piano umano e rieducativo e il valore estetico delle opere rappresentate – la Compagnia della Rocca chiude il sipario per l'insufficienza del personale addetto alla sicurezza, la vetustà della struttura, l'inadeguatezza e la scarsa fruibilità degli spazi, gli impedimenti burocratico-amministrativi e non ultimo per la cronica mancanza di fondi che rendono impraticabile lo svolgimento delle attività, soprattutto per detenuti senza condanna definitiva che costringono a un continuo ed estenuante ricambio dei detenuti partecipanti. Ma si spera per il futuro.
