Cuori di Strada - Nuovo Progetto

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Cuori di Strada
Cuori di strada è un musical hip hop sul mondo metropolitano giovanile come metafora dello scontro tra le aspettative ideali e più immediate dei giovani e una società invece dedita in maniera esclusiva al consumo e al profitto. La vicenda viene risolta direttamente dal pubblico chiamato a decidere in diretta le sorti del conflitto.

Viene rappresentato con la Compagnia Il Dirigibile (formata da utenti, operatori e volontari del Dipartimento di Salute Mentale di Forlì) nel 2006 al Teatro Comunale di Cesenatico e nel 2007 al Teatro Diego Fabbri e al Piccolo di Forlì per l'8a edizione del Cantiere Internazionale Teatro Giovani diretto da Walter Valeri (docente di teatro a Harvard) e promosso dall'International Theater Center of New England-USA, dall'Università di Bologna e dal Centro Studi Teatrali dell'Università di Forlì.
Poi è replicato al Padiglione delle Feste di Castrocaro Terme per la 9a edizione del Festival del Teatro Sociale Proscenio aggettante (dove riceve il Premio per la Miglior Regia e la Miglior Scenografia) e al Teatro Raffaello Sanzio di Urbino per la 2a edizione del Festival Le visioni del cambiamento 2007 di Pesaro e Urbino, promosso dalla rivista Teatri delle Diversità diretta da Vito Minoia ed Emilio Pozzi (docenti universitari tra i massimi esperti di Teatro Sociale), dall'Ass. Teatro Aenigma, dall'Ass. Nazionale dei Critici di Teatro, dall'Università di Urbino e dai Ministeri della Salute e della Solidarietà Sociale.
La storia verte intorno agli Strike e le Naif (due piccole bande giovanili) che si contendono il predominio dei muri scalcinati del quartiere in cui vivono. Dopo una serie di scontri giungono però a unirsi per far fronte alla decisione del Comune di sgomberare e demolire la loro area urbana per costruire un gigantesco centro commerciale. Lo scontro fisico con l'Istituzione (che dalla sua ha la legge e i manganelli) è però impari. La soluzione non può quindi che essere trovata a un altro livello e attraverso il dialogo con la società nel suo insieme, che a teatro è rappresentata dal pubblico, chiamato a esprimersi in diretta (un po' come faceva il coro nella tragedia greca) sulle sorti del conflitto.
Oltre ad essere un lavoro dedicato ai giovani delle periferie urbane e ai loro desideri Cuori di strada è una metafora sul pregiudizio nei confronti di coloro che - per un motivo o per un altro - ci appaiono diversi, e quindi - per un meccanismo automatico di diffidenza e di difesa  - pericolosi. Magari solo per l’abbigliamento che indossano. Abbiamo deciso di parlare di questi giovani, anche perché la cronaca internazionale (vedi la rivolta dei ghetti parigini), quella nazionale (vedi le polemiche sui centri sociali) li ha portati prepotentemente alla ribalta.

Non è stato facile mettersi nei panni di protagonisti così giovani, ma ci abbiamo provato, ascoltando e ballando la loro musica, l’hip hop.
Ma l’essenza del teatro è proprio questa: quella di imparare a mettersi nei panni dell’altro, a comprenderlo, ad accoglierne le ragioni e ad accettarlo.
E lo abbiamo fatto non senza provare il brivido piacevole dell’adolescenza e la sensazione di tornare un po’ più giovani di quello che siamo.
Anche per riprovare quel senso strano d’incertezza (che ancora ci appartiene), quella ingenuità genuina e quella spinta ideale autentica che - al di là delle apparenze a volte provocatorie e marziane - caratterizzano i più giovani. Caratteristiche esistenziali che - una volta adulti – abbandoniamo, dimentichiamo e non siamo più capaci di riconoscere e comprendere, o per necessità o peggio ancora per interesse.
Alla realizzazione dell’opera collaborano anche gli studenti dell’Istituto Statale d’Arte di Forlì guidati dall’insegnante Cristian Casadei, che – seguendo uno schizzo e il soggetto teatrale del regista Michele Zizzari – realizzano l’ambientazione scenografica.
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