Matto Gradimento
L’opera va in scena con la Compagnia Il Dirigibile (formata da utenti e operatori del Dipartimento di Salute Mentale di Forlì) al Teatro Testori di Forlì, alla Rassegna MoviMenti Teatri della Salute di Villa Bianconi a Calcara di Crespellano (Bo); al Foro Annonario di Cesena per la Settimana del Buon Vivere 2014; al Teatro Kulturni Dom di Gorizia per la Rassegna Internazionale di Teatro Sociale Altre Espressività 2014; al Teatro Comunale di Cesenatico; al Teatro Lolli di Imola; al Teatro Comunale La Baracca dei Talenti di Gambettola; alla Sala San Francesco di Ferrara; al Tenda di Modena per il Festival Màt e per la Settimana della Salute 2015 di Modena. Nel 2016 e nel 2017 viene poi rappresentata al Teatro San Giuseppe di Faenza e nel 2018 alla Sala Fellini, per gli studenti e per iniziativa della Sede di Faenza dell'Università degli Studi Infermieristici di Bologna.
Matto Gradimento prende spunto dalle risposte di un questionario che il Dipartimento di Salute Mentale di Forlì ha sottoposto in forma anonima ai suoi utenti, per conoscere meglio le loro esigenze e avere una loro valutazione sul servizio offerto.
La rappresentazione si svolge nella sala d’attesa di un ambulatorio psichiatrico pubblico dove un gruppo di utenti si trova gioco forza a socializzare, fino a esprimere apertamente e fuori da ogni ipocrisia i loro punti di vista sul rapporto coi medici e con gli operatori, con la malattia e col Servizio Pubblico nel suo complesso. Facendolo, tracciano un bilancio del loro percorso dentro l’Istituzione Sanitaria e della loro esperienza di utenti psichiatrici, offrendo – anche se in chiave teatrale e decisamente satirica – un quadro quanto mai attendibile delle reali e complesse problematiche che investono da un lato le persone che vivono un disagio psichico e dall’altro servizi e operatori pubblici chiamati a dare a quel disagio risposte adeguate.
Nel gioco del teatro e delle parti (spettatori compresi), nel corso della discussione che si sviluppa aspettando il proprio turno e nel segno del Teatro dell’Oppresso e del Teatro Forum di Augusto Boal, gli utenti-attori fanno emergere tutta una serie di istanze, richieste, diritti, bisogni, esigenze, desideri, aspettative, e speranze da sottoporre all’opinione pubblica e alla sensibilità del Servizio Pubblico in generale e di quello sanitario in particolare.
Una sorta di manifesto politico dei diritti di cittadinanza dell’utente psichiatrico, nel quale oltre a denunciare la persistenza dei pregiudizi nei confronti della sofferenza mentale, si chiede più ascolto, più attenzione, di essere trattati con rispetto e alla pari di un qualunque altro cittadino; così come si auspica una migliore qualità dei rapporti umani, di poter ricevere come proprio diritto insindacabile terapie alternative e di poter svolgere attività creative, artistiche, teatrali per essere partecipi come tutti della vita sociale e culturale della propria comunità.