Esperando - Nuovo Progetto

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Esperando

Esperando è un’opera in tre atti, di forte e sottile ironia, con fasi di esilarante comicità, ma allo stesso tempo di intensa tensione poetica e drammatica. Racconta di un’umanità che ancora si affanna, spesso in maniera confusa e senza riuscirci, per trovare un senso all’esistenza, troppe volte trascorsa in un’assurda e inerme attesa, tra millenarie contraddizioni irrisolte. Pur saccheggiando qua e là e a piacimento l’Aspettando Godot di Samuel Beckett, l’opera è un assoluto originale. Infatti i personaggi - pur confrontandosi in una serie di dialoghi solo apparentemente assurdi e in una sequenza di azioni simboliche e paradossali (secondo lo stile tipico del Teatro dell’Assurdo) - affrontano con maggiore immediatezza, chiarezza e con più schietto umorismo i temi serissimi su cui l’umanità si interroga da sempre. E lo fanno con stramba e scanzonata ironia, lasciando agli attori lo spazio e il tempo per un sano e autentico divertimento da consumarsi direttamente in scena, in modo che gli spettatori e gli interpreti stessi si arrendano alla naturale simpatia dei personaggi, che finiscono per essere vissuti con compassionevole benevolenza e umana comprensione.
In Esperando i protagonisti sono Dab, Ubu e Sax (due maschi e una donna), che nei tre atti vengono interpretati da attori sempre diversi, in modo da moltiplicare i punti di vista del popolo dei disgraziati e dei disperati della Terra. Sono degli squinternati e buffi straccioni, sopravvissuti alla catastrofe planetaria. La scena è infatti sormontata da un cielo azzurro attraversato da nuvole (che ricorda le opere di Magritte) dove campeggia un grosso orologio con le lancette spezzate. Una delle nuvole ha le sembianze di un punto interrogativo. Sotto al cielo e per tutto il palco ammassi di rifiuti d'ogni tipo. I tre hanno un atteggiamento clownesco e vivono nell’attesa perpetua di non si sa cosa e di un agognato e allusivo Señor Buen Dìa, forse la personificazione del “giorno buono” per combinare qualcosa di positivo, di utile, che abbia un senso o di cui essere orgogliosi. Rappresentano tre diversi aspetti dell’umanità, anche fisici.
I Dab sono lo stomaco, la necessità dei bisogni primari, in primo luogo quello di sostentarsi, l’opportunismo egoista e spregiudicato di chi pensa per sé e che per questo è disposto a farsi servo del più forte e a sfruttare chi vede più debole. I Dab rappresentano i presuntuosi, i prevaricatori, quelli che badano al sodo, il padre dispotico. Dab infatti è determinato a restare in scena fino alla fine nella convinzione di ricavarne qualcosa. Si crede migliore degli altri due, che tratta malissimo e che tenta di usare e manipolare a suo vantaggio. Gli Ubu invece rappresentano le gambe, il bambino, il sognatore, il ribelle, il polemico, l’immaginazione, la contraddizione, quello che non ci sta, il desiderio di partire e di cambiare. Tenta più volte di andar via dalla scena, ma viene puntualmente bloccato dagli altri. Vive pulsioni contrastanti, prova affetto per Sax ma non sa e non riesce a esprimerlo ed è in perenne polemica con Dab e anche col pubblico.

Le Sax (che sono tutte donne) rappresentano la parte femminile del mondo e dell'umanità, i bisogni affettivi e relazionali, la curiosità, il desiderio di sapere e capire, la scomodità della verità; ma anche la parte fragile e ingenua dell'umanità, l’anima smarrita. Pone e si pone continue domande, cui Dab cerca di sottrarsi dando risposte ciniche e perentorie. Sax tenta anche di mettere pace tra i due che litigano e polemizzano su ogni cosa. Come Ubu vorrebbe cambiare vita e mettere fine alla loro spossante attesa, anche se dipende da Dab per il sostentamento e affettivamente da Ubu. Queste diverse urgenze (biologiche, psicologiche e sociali; materiali, affettive e ideali che i tre personificano) vivono in un perenne conflitto, nella ricerca di una sintesi disperata, ora facendo prevalere l'una ora l'altra. metafora dell'incapacità umana di far convivere in armonia le diverse esigenze. Su tutto questo, naturalmente, incombono il potere, la realtà, le difficoltà oggettive e le dinamiche culturali e psicologiche tipiche della loro condizione e della loro personalità.

Infatti, come nell'Aspettando Godot di Beckett, fa la sua comparsa il "potere", nelle vesti dell'unico ricco individuo sopravvissuto alla catastrofe, di nome Rusco. Porta due schiavi anemici e sanguinolenti legati alla corda, un maschio nero e una donna, esausti e quasi sul punto di crepare. Rusco rappresenta il Potere in senso lato, la ricchezza, il privilegio, il cinismo di chi crede di avere il coltello dalla parte del manico e scatena la competizione tra i poveri per assoggettarli, anche se a volte il destino riserva brutte sorprese anche ai dominatori.
Di tanto in tanto l’azione teatrale è attraversata e interrotta da sfrenate ballate gitane e dall’irruzione di sgangherati musicisti e danzatori che poi spariscono nelle quinte e nel nulla, lasciando tutto come prima. Eventi caotici e passeggeri cui i personaggi di turno in scena reagiscono come se nulla fosse accaduto.
I temi dominanti dell’opera sono l’attesa e le “attese”; il senso e le motivazioni da dare all’esperienza dell’esistenza umana, il tentativo (spesso vano e disperato) di viverla in maniera consapevole, per colmare il vuoto che a volte ci angoscia, per riempire in una maniera plausibile il tempo che ci spetta; ma non solo.

Di qui il titolo Esperando che in spagnolo esprime il doppio significato di aspettare e sperare. In vita ognuno spera e aspetta qualcosa: l’amore, la fortuna, il successo, il potere, il “giorno buono” per fare chi sa cosa, la salute, la serenità o semplicemente un certo benessere. Ma al di là di tutto emerge un messaggio: forse, piuttosto che sopravvivere sperando e aspettando condizioni più favorevoli per fare chi sa cosa, sarebbe meglio per tutti darsi da fare e cercare di vivere nel modo migliore possibile.


Esperando è stata rappresentata da Compagnie teatrali diverse sempre formate e dirette da Zizzari

Una prima versione viene messa in scena nel 2005 da detenuti e detenute della Casa Circondariale di Forlì, coi quali Zizzari forma e fonda la Compagnia della Rocca. Lo spettacolo viene allestito presso lo stesso Istituto di Pena.
Una seconda (ri-titolata ¿Qué pasa?) è rappresentata da pazienti del Dipartimento di Salute Mentale dell'Ausl di Forlì, coi quali Zizzari forma e fonda la Compagnia Il Dirigibile che la rappresenta tra il 2005 e il 2006 ben due volte al Teatro Diego Fabbri di Forlì (anche selezionata per la 7a edizione del Cantiere Internazionale Teatro Giovani diretto da Walter Valeri e promosso dall'International Theater Center of New England-USA e dal Centro Studi Teatrali dell'Università di Bologna e Forlì); al Dulcamara di Ozzano d'Emilia; al Teatro Titano di San Marino; al Teatro Comunale di Cesenatico; al Teatro degli Atti di Rimini nell'ambito del Programma Europeo per la Salute Mentale Equal, Spring out; al Padiglione delle Feste di Castrocaro Terme per l'8a Edizione del Festival del Teatro Sociale Proscenio aggettante (dove riceve il Premio per la miglior Regia); all'Anfiteatro Bertolt Brecht di Nereto e a Sant'Omero di Teramo per il Festival di Teatro delle Differenze Teatri Paralleli 2006 e 2013; alla Casa del Teatro di Faenza per la Rassegna d'Altro Teatro Tratti'n Festival; al Teatro Testori di Forlì per la Rassegna Babele in costruzione 2013 (promossa dal Centro Studi Teatrali-Dipartimento SITLeC dell’Università di Forlì e dal Centro Diego Fabbri); alla Rassegna Piazze d’Estate 2013 di Forlì; al Teatro Verdi di Forlimpopoli per l’iniziativa Educazione e marginalità promossa dalla Cooperativa Sociale Integrazione e Ricerche Lamberto Valli e dal Comune di Forlimpopoli; alla Rassegna MoviMenti Teatri della Salute di Villa Bianconi a Calcara di Crespellano (Bo); al Teatro dei Segni di Modena per la Settimana della Salute e al Teatro della Città della Scienza di Napoli per l’edizione 2013 di Futuro Remoto promosso da Città della Scienza, Comune di Napoli e Regione Campania.
Esperando è poi rappresentata (col suo titolo originale) tra il 2007 e il 2010 dalla Compagnia Gli Attivi Compagni che Zizzari fonda con pazienti psichiatrici del DSM dell’Ausl di Portomaggiore, coi quali va in scena al Teatro Smeraldo di Portomaggiore (Fe); alla Fondazione Casa Viva e al Teatro Comunale di Copparo nell’ambito della Rassegna di Teatro delle Diverse Abilità Le altre persone promossa dal Comune di Copparo di Ferrara, alla quale partecipano Enzo Toma (tra i massimi esperti di teatro e disabilità e direttore artistico di “Maccabeteatro”) e Mirko Artuso (direttore artistico del Gruppo di Teatro e Disabilità “Le Altre Parole”); al Centro Sociale “Torre del Primario” di Argenta (Fe) per l’annuale Festa del Volontariato dal titolo Non siamo alberi solitari  e alla Sala Estense di Ferrara: una prima volta nell’ambito delle Celebrazioni per la Legge 180 di Franco Basaglia e per la Rassegna Formattart (promossa dall’Accademia della Follia e dal Dipartimento di Salute Mentale, dagli Assessorati alla Sanità e alla Cultura, dal Teatro Comunale e dalla Provincia di Ferrara) e una seconda per il Progetto La Società a Teatro, una complessa iniziativa di teatro sociale tra cultura e salute promossa dal Centro Servizi per il Volontariato di Ferrara, dall’Assessorato alla Salute e alla Persona e dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Ferrara, dal Servizio Sanitario Regionale Emilia-Romagna e da Provincia e Comune di Ferrara.
Esperando viene portata in scena anche dalla Compagnia Teatri di banco formata dagli studenti del Liceo Scientifico A. Righi di Bagno di Romagna al Teatro Dovizi di Bibbiena, al Teatro Garibaldi di San Piero in Bagno e alla Sala Sole del Palazzo dei Congressi di Roma Eur per l'Edizione 2011 del Festival Nazionale delle Giovani Idee Diregiovanidirefuturo promosso dal Senato della Repubblica, dalla Camera dei Deputati e dal Ministero dell'Istruzione, Università e Ricerca, dal Comune di Roma e dalla Regione Lazio.
Nel 2013 l'opera - vista e apprezzata da Yosuke Taki (esperto e studioso di Teatro dell'Assurdo, di Beckett e di Teatro in situazioni di confine, di guerra, in carcere e di disagio sociale in generale) e da Vito Minoia (docente di Teatro all’Università di Urbino, direttore della Rivista Teatri delle Diversità - Nuove Catarsi e del Coordinamento Nazionale Teatro in Carcere) viene ospitata alla Mostra Prigionie Invisibili, curata dallo stesso Yosuke Taki ed espressamente dedicata a Samuel Beckett. Zizzari viene così invitato come autore e regista di originali rivisitazioni di Aspettando Godot messe in scena con detenuti, giovani e persone che vivono condizioni di difficoltà, a rischio di marginalità o con disagio psichico. Il suo lavoro drammaturgico è illustrato in una serie di pannelli, insieme ai lavori di Rick Cluchey, Susan Sontag, Armando Punzo della Compagnia della Fortezza di Volterra, Pippo Del Bono, Giancarlo Cauteruccio dei Krypton, Paul Chen dei Creative Time, Gianfranco Pedullà, Claudio Collovà delle Officine Ouragan, Giorgia Palunbo e dei registi giapponesi della Last Generation Shintaro Mori e Makoto Sato.
La Mostra promossa dall’Assessorato alla Cultura di Roma, resta in esposizione dal 2013 al 2014 alla Casa del Teatro di Villa Doria Pamphili di Roma e a successive iniziative come Destini Incrociati del 2015 allo Scalone Vanvitelliano di Pesaro, promossa da Teatro Aenigma di Vito Minoia, Coordinamento Teatro in Carcere, Ass. Internazionale Teatro Universitario (AITU), Ministeri dei Beni Culturali e Giustizia, Regioni Marche e Toscana, Università di Urbino, Ass. Naz. Critici di Teatro e Comune di Pesaro.
con Yosuke Taki
alla Mostra Prigionie Invisibili
Nel 2017 è rappresentata dagli studenti dell’Istituto d’Istruzione Superiore L. Da Vinci di Cesenatico al Teatro Comunale di Cesenatico. L’opera viene poi portata in scena per le Celebrazioni 2023 della Liberazione della Città di Cervia il 22 Ottobre al Teatro Comunale “Walter Chiari” di Cervia dal Gruppo Teatro dal Basso, formato e fondato da Zizzari nel corso di un laboratorio promosso dall’Associazione Culturale Menocchio e dal Comune di Cervia, da lui proposto e diretto.
Nel 2025 infine l’opera è presentata con la Compagnia Orizzonti Nuovi di Rimini (fondata da Zizzari nel 2019) al Teatro Comunale di Cesenatico e al Teatro Edimar di Viserba di Rimini per il Progetto Esportiamoci 2025.
con Yosuke Taki e Vito Minoia
alla Mostra Prigionie Invisibili
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