<br /> - Michele Zizzari

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Sinossi Opere teatrali

Ceneri della ribalta


Ceneri della ribalta è una satira critica a un certo tipo di teatro saturo di luoghi comuni e fatto per una platea di abbonati attratti dai soliti noti, sullo spettacolo e sulla passività di cittadini-spettatori in una società contagiata dalla sindrome del successo, dal cabaret televisivo e dalla virulenza del reality show. Una metafora della demenza culturale e motivazionale che domina un'umanità egoica e prossima all'implosione, assoggettata alle logiche manipolatrici delle comunicazioni di massa, all'invadenza della cronaca di sangue, allo spettacolo fine a se stesso, alla dittatura e al consumo delle immagini e alla mania dell'esposizione mediatica. Quella alienata società dello spettacolo profeticamente prefigurata prima da Marx e poi da Debord e Baudrillard.
Un'umanità animata soprattutto dall'apparenza e dall'apparire, da un voyeurismo ossessivo e dal successo meramente personale. Un successo privato da reclamizzare e da raggiungere a ogni costo, senza alcun rispetto o alcuna considerazione per gli altri, a scapito d'ogni valore etico, anche attraverso la prostituzione della propria coscienza e del proprio corpo, anche a prezzo della vita stessa.
Una logica comportamentale che mercifica e spettacolarizza la sofferenza, le miserie e le tribolazioni altrui, la violenza e la morte, da esibire sul grande schermo o sul palco come colpi di scena, per catturare l'interesse morboso degli altri, e ottenere il gradimento di masse alienate dall'auditel e dalla spasmodica ricerca di un'affermazione mediatica.
Basti pensare all'esaltazione che le selezioni per il Grande Fratello scatenano tra i giovani, dove tutti sono disposti a tutto pur di farsi vedere, anche solo per un istante, sul grande schermo, su You tube, su Facebook o nelle videoclip girate coi telefonini. Una sciagurata notorietà per la quale diventa legittimo fare sesso o picchiare vigliaccamente un disabile solo per esibire il proprio corpo e mandare in rete in diretta le immagini del pestaggio. Di esempi se ne possono fare tanti, purtroppo... come testimonia un recente esperimento realizzato in Francia, durante il quale un pubblico di persone comuni, ignare che il programma cui partecipavano era in realtà una finzione, viene facilmente spinto a infliggere a un concorrente (interpretato da un attore professionista) potenti e dolorosissime scariche elettriche.

Ceneri della ribalta è divisa in due atti.
Il primo
rappresenta una critica ironica a un certo tipo di teatro decadente, saturo di luoghi comuni, fatto apposta per una platea di "abbonati" (nel doppio senso del termine), di spettatori passivi, borghesi modaioli affetti dall'assopimento precoce. Una stramba e improbabile squadra di esploratori spaziali ritorna dopo centinaia di anni a visitare la Terra ormai senza più vita. La squadra fa irruzione in un teatro e dalle poche conoscenze che hanno cercano di interpretare e capire la natura del luogo e delle attività che in esso si tenevano, azzardando, con meravigliata ingenuità e non senza timore, conclusioni apparentemente senza senso, ma quanto mai veritiere…


Il secondo
rappresenta la sudditanza dell'umanità contemporanea a modelli di comportamenti e a bisogni subdolamente indotti dalla pubblicità, dalle mode e dai mezzi di comunicazioni di massa, rete e tivù in testa. Un condizionamento che grava sull'intera società, ma soprattutto sulle nuove generazioni.
Si tratta di un'opera cruda e comica al tempo stesso che analizza in chiave teatrale e simbolica le conseguenze che la società dello spettacolo e il primato dell'apparire sull'essere produce nei comportamenti individuali e nelle relazioni umane, in una comunità di individui separati dalla competizione e contagiata dalla sindrome del successo personale, dal cabaret televisivo, dalla virulenza del reality show, dall'apparenza e dall'apparire a ogni costo, vita compresa.



L’opera va in scena
al Teatro Comunale di Cesenatico; al Teatro Testori di Forlì per la Rassegna Babele in costruzione 2011 promossa dal Centro Studi Teatrali e dal Dipartimento SITLeC dell’Università di Bologna Sede di Forlì e dal Centro Diego Fabbri); al Teatro Diego Fabbri di Forlì per il Progetto Un Palcoscenico per tutti 2011 promosso dal Dipartimento di Salute Mentale, dal Centro Studi Teatrali dell’Università e dal Centro Diego Fabbri di Forlì; a Sant’Omero di Teramo per il Festival delle Differenze Teatri Paralleli 2012; per la Rassegna Piazze d’Estate 2011 promossa dal Comune di Forlì e dalla Regione Emilia Romagna e per la Notte Verde 2013 per l’innovazione responsabile rivisitata ad hoc per l’occasione col titolo Progresso ma non troppo.

 
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